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Mosè BIANCHI (1840-1904) ✿

Mosè Bianchi (Monza, 1840 – Monza, 1904) è stato un pittore italiano. Detto talvolta Mosè Bianchi di Monza. Figlio del pittore Giosuè e di Luigia Meani, fratello del pittore Gerardo Bianchi. Nel 1856 frequenta l'Accademia di Brera di Milano dove è allievo di Schmidt, Bisi, Zimmermann, Sogni e del direttore Giuseppe Bertini, avendo per compagni di corso Federico Faruffini, Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni e Filippo Carcano, con i quali dividerà per qualche anno lo studio milanese in via San Primo.

I suoi sette primi quadri appartengono al filone romantico, sulla scorta delle indicazioni del Bertini: il Ritratto di Simonetta Galimberti e il Ritratto di Giacinta Galimberti del 1861, conservati nei Musei Civici di Monza, L'arciprete Stefano Guandeca accusa l'arcivescovo di Milano Anselmo Pusterla di tradimento sacrilego, 1862, in collezione privata, e la Congiura di Pontida, 1862, esposta a Brera nel 1862 e nel 1863.
Finisce gli studi nel 1864 e ottiene la commissione della Comunione di San Luigi, per la chiesa parrocchiale di Sant'Albino, presso Monza. Si volge alla rappresentazione naturalistica, nell'ambito del gusto narrativo dei fratelli Domenico e Gerolamo Induno, in opere quali Una lezione di canto corale, La vigilia della sagra, 1864, Lo sparecchio dell'altare, 1865, che attirano l'attenzione dei critici sulla sua pittura; ma con Cleopatra e La Signora di Monza, del 1865, ricade nel genere melodrammatico del dipinto romantico pseudo storico.
Nel 1867 vince, con L'ombra di Samuele appare a Saul, il pensionato "Oggioni", che gli finanzia due anni di soggiorno a Venezia, dove studia la pittura del Settecento, a Roma e a Parigi, dove è impressionato dalla pittura di Meissonier e di Fortuny.
Nel 1869 torna a Milano, dove presenta I fratelli sono al campo, a Brera, in cui, rappresentando alcune giovani donne enfaticamente prostrate in preghiera per la salvezza dei fratelli combattenti nella III Guerra d'Indipendenza, unisce il verismo dell'immagine alla retorica del sentimento patriottico e religioso, riscuotendo grande successo presso la borghesia milanese.
Si dedica anche all'acquaforte e nel 1896 è premiato al Concorso della Calcografia Nazionale. Nel 1898 è nominato insegnante e direttore dell'Accademia Cignaroli di Verona; ma una malattia insorta nel dicembre 1899 lo costringe a ritornare a Monza e ad abbandonare la pittura. L'artista muore nel 1904 ed è sepolto nel Cimitero di Monza.





















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