Alfredo Protti (Italian,1882-1949) è uno dei pittori più noti e amati di quella Bologna novecentesca che lo storico dell’arte Ludovico Ragghianti definì «cruciale» per la straordinaria concentrazione di artisti che contribuirono a modernizzare l’arte e la società italiane. Nato nello stesso anno di Umberto Boccioni e Gino everini, e otto anni prima di Giorgio Morandi, Protti seguì una carriera artistica autonoma rispetto alle correnti più radicali dell’avanguardia futurista e metafisica; tuttavia la sua pittura, di respiro europeo, contribuì profondamente alla formazione dell’identità moderna di Bologna.
Allievo di Domenico Ferri e compagno dei pittori Athos Cesarini e Ugo Valeri, Protti partecipò alla «frangia scapigliata» bolognese e in seguito, insieme a Carlo Corsi, Guglielmo Pizzirani, Garzia Fioresi e Giovanni Romagnoli, alla cosiddetta «Secessione bolognese» che tentava di rinnovare il linguaggio visivo allora in voga, ancora basato su modelli ottocenteschi, aggiornandolo sul nuovo gusto internazionale. La sua poetica, ispirata all’intimità della vita domestica, si nutrì delle esperienze formali più diverse e moderne, come quelle di Sargent, Whistler, Klimt, Renoir, Matisse.
Allievo di Domenico Ferri e compagno dei pittori Athos Cesarini e Ugo Valeri, Protti partecipò alla «frangia scapigliata» bolognese e in seguito, insieme a Carlo Corsi, Guglielmo Pizzirani, Garzia Fioresi e Giovanni Romagnoli, alla cosiddetta «Secessione bolognese» che tentava di rinnovare il linguaggio visivo allora in voga, ancora basato su modelli ottocenteschi, aggiornandolo sul nuovo gusto internazionale. La sua poetica, ispirata all’intimità della vita domestica, si nutrì delle esperienze formali più diverse e moderne, come quelle di Sargent, Whistler, Klimt, Renoir, Matisse.
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