Tranquillo Cremona nasce a Pavia il 10 aprile del 1837, dal matrimonio tra Gaudenzio Cremona e Teresa Andreoli. La sua carriera artistica inizia frequentando, tra il 1848 e il 1852, la Scuola Civica di Pittura a Pavia, nella quale riceve gli insegnamenti del pittore Giacomo Trecourt: questi educa il giovane Cremona alla maniera del Piccio, basata principalmente sulla dissoluzione della forma tramite pennellate libere e colore ricco.
'Fuggivo dalle tue labbra protese
al limite di un bacio
mentre negli occhi
mi tuffasti
come un ultimo canto d'usignolo
me l'offristi accorato
tra foglie d'edera
e nell'implorante
abbraccio d'Amore...'
~ Catherine La Rose©2013 ~
Tranquillo Cremona, L'edera, 1878
al limite di un bacio
mentre negli occhi
mi tuffasti
come un ultimo canto d'usignolo
me l'offristi accorato
tra foglie d'edera
e nell'implorante
abbraccio d'Amore...'
~ Catherine La Rose©2013 ~
Tranquillo Cremona, L'edera, 1878
Successivamente, rimasto orfano, Tranquillo studia all’Accademia di Belle Arti a Venezia, dove vive con il fratellastro Giuseppe e stringe amicizia con Telemaco Signorini, ma, a causa dei moti anti-austriaci scoppiati nel 1859 nella città veneta, è costretto a trasferirsi prima a Groppello Lomellina e poi a Milano. Frequenta quindi, dal 1860, i corsi di Giuseppe Bertini all’Accademia di Brera; qui il Cremona, sotto l’influenza del maestro e di Francesco Hayez, si avvicina brevemente alla pittura di storia e, assieme a Mosè Bianchi, si segnala subito come uno dei piú promettenti ed eclettici allievi della scuola (lavora ad olio, ad acquarello e produce miniature).
La seconda metà degli anni Sessanta segna il suo allontanamento dall’Accademia e la sua definitiva consacrazione nel panorama artistico nazionale attraverso l’avvicinamento alla cerchia degli artisti milanesi (Daniele Ranzoni, Federico Faruffini e Giuseppe Grandi, senza tralasciare la decisiva influenza del letterato Giuseppe Rovani) facenti parte di quel movimento innovatore denominato “Scapigliatura”. Nonostante lo stile rivoluzionario della sua pittura, all’artista pavese non mancano certo estimatori altolocati (come dimostra il Ritratto della signora Deschamps) e commissioni importanti, che gli permettono una vita di agi e lussi improntata alla bohème parigina. Secondo alcune fonti, il Cremona muore il 10 giugno 1878 per avvelenamento, poiché solito stemperarsi i colori sulla mano; secondo altre fonti, che si basano sul ritrovamento di un referto medico, l’artista muore poco piú che quarantenne a causa un’enteroperitonite all’intestino.
La seconda metà degli anni Sessanta segna il suo allontanamento dall’Accademia e la sua definitiva consacrazione nel panorama artistico nazionale attraverso l’avvicinamento alla cerchia degli artisti milanesi (Daniele Ranzoni, Federico Faruffini e Giuseppe Grandi, senza tralasciare la decisiva influenza del letterato Giuseppe Rovani) facenti parte di quel movimento innovatore denominato “Scapigliatura”. Nonostante lo stile rivoluzionario della sua pittura, all’artista pavese non mancano certo estimatori altolocati (come dimostra il Ritratto della signora Deschamps) e commissioni importanti, che gli permettono una vita di agi e lussi improntata alla bohème parigina. Secondo alcune fonti, il Cremona muore il 10 giugno 1878 per avvelenamento, poiché solito stemperarsi i colori sulla mano; secondo altre fonti, che si basano sul ritrovamento di un referto medico, l’artista muore poco piú che quarantenne a causa un’enteroperitonite all’intestino.
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